La musica moderna e il cantante contemporaneo

FotoBlogPalco

La Musica Moderna Popolare sta a indicare la musica creata in uno specifico modo e non in uno specifico periodo. Questo modo è imperniato principalmente sulla caratteristica della non scrittura, ben differente dal non scrivibile, laddove questo termine sta a indicare una caratteristica tipica del processo di costruzione del materiale sonoro eseguito: l’estemporaneitàNella musica classica i musicisti leggono in modo espressivo una partitura; per un musicista moderno sarebbe come leggere un libro o un racconto già scritto da altri. 

Va chiarito che la capacità di scrivere e leggere lo spartito è sicuramente utile nella vita di un professionista, ma, a differenza dell’estemporaneità, non è una caratteristica peculiare di questo genere musicale. Tutte le forme di espressione musicale del XX secolo come il blues, rock, jazz, salsa, pop, swing, bossa, funk, R&B, hip-hop etc., si sono formate naturalmente e lontano dall’ambiente accademico ed istituzionale. Purtroppo è opinione diffusa che l’estemporaneità, l’improvvisazione, coincida con l’assenza di preparazione o, addirittura, derivi da doti innate quali il talento, la musicalità, l’appartenenza a determinati gruppi etnici, al colore della pelle, ad una particolare devianza genetica o a quel quid in più. 

Se crediamo nel valore e nell’utilità di scuole, lezioni e metodi didattici, obbligatoriamente crediamo anche che le capacità e abilità musicali non siano inspiegabilmente innate ma che si sviluppino se sollecitate in modo adeguato alle persone desiderose di imparare che arrivano a lezione con esperienze, età, vissuti diversi e quindi diversi livelli di predisposizione all’apprendimento. 

In passato il processo di creazione era differenziato nel tempo dal processo di esecuzione, ed il suo sviluppo veniva deputato alle scuole di composizione. Nella Musica Scritta o Esatta, i soggetti in azione erano due: il compositore che possedeva la capacità di creare la musica, e l’esecutore che possedeva la abilità di eseguirla. Raramente le due figure coincidevano. Oggi le due figure si fondono in una sola. Il Musicista Moderno è una figura nuova, dotata sia della “capacità” di concepire-immaginare il materiale da suonare, che della abilità di eseguirla e realizzarla senza bisogno di trascriverla.  Nella musica classica l’orchestra e i musicisti suonano per il cantante. 

LoredanaTalento

Generalmente quando ci si rivolge ad un cantante non si parla quasi mai in termini musicali, ma il Musicista Moderno compie il suo prodigio rispondendo allo stimolo sonoro di altri Musicisti Moderni con cui comunica, in maniera estemporanea, relazionandosi con loro attraverso un dialogo sonoro autonomo, libero, imprevedibile ma congruo al contesto in cui il suddetto dialogo si realizza.

Possiamo sintetizzare tale gesto con “l’immaginazione di materiale sonoro in relazione ad uno stimolo interno/esterno e renderlo esplicito attraverso uno strumento in real time, mantenendo caratteristiche di coerenza e congruità, sia sonore che strutturali, al contesto in cui questo gesto viene agito”.

Se assumiamo come vero ciò che è stato appena enunciato, ne deriva che la complessità del gesto richiesto al Musicista Moderno, al quale vengono richieste capacità e abilità in genere suddivise tra più soggetti, è di ordine ben diverso rispetto a quello richiesto ad un compositore o ad un esecutore. 

Di conseguenza anche il suo processo di crescita e formazione sarà differente. Nella musica moderna tutti suonano insieme in un dialogo collettivo e il cantante viene considerato al pari di tutti gli altri musicisti e viene allenato innanzitutto all’Interplay. Letteralmente significa “suonare all’interno-fra” e sta ad indicare quella sorta di pensiero collettivo spontaneo che nasce quando si suona assieme ad altri.  L’interplay trova un suo omologo nel concetto africano di ubuntu, (Io sono perché noi siamo), idea filosofico-religiosa dei Bantu, traducibile in italiano con l’assioma sistemico (ripreso dalla Gestalt) “l’insieme è più grande della somma delle parti”. Bion, noto psicanalista, definisce questo concetto come “mente gruppale”. Acquisire una buona tecnica strumentale significa, quindi, sviluppare le capacità psicofisiologiche necessarie ad organizzare il materiale sonoro immaginato, in risposta a ciò che si sta suonando. Per ciò riguarda la voce, questa operazione è alquanto complessa perché tra l’immaginazione e il suono emesso il tempo è infinitamente breve.

 

Condividi l'articolo sui tuoi social

Share on facebook
Share on linkedin

Commenta l'articolo su facebook o instagram

Articoli correlati