Il linguaggio, il suono, la parola

reconnecting

Non mi dir più che m’abbia cura, perché son guarito e sano come un pesce in grazia dell’aver fatto a modo mio, cioè non aver usato un cazzo di medicamenti.

Giacomo Leopardi (da Lettere al fratello Carlo, p. 43)

“Cazzo è una parola della lingua italiana di registro colloquiale basso che indica, in senso proprio, il pene. Non è un semplice sinonimo del termine anatomico, bensì rappresenta una forma dell’espressività letteraria e popolare. Talvolta nella lingua parlata può essere utilizzato per il compiacimento nell’uso di un termine proibito o di registro eccessivo, il che non può essere reso dal semplice uso di «pene!». Il termine è usato piuttosto spesso nella lingua parlata anche senza correlativo semantico, con la funzione linguistica di “rafforzativo del pensiero”, ovvero come un intercalare con funzione emotiva per rendere un’espressione colorita o enfatica.”

 tratto da Wikipedia

Cazzo!! Perché è l’intercalare più usato?
La parola, idealmente seguita da un punto esclamativo, viene spesso usata come interiezione o reazione di sorpresa / opposizione rispetto ad un evento del tutto inaspettato e/o sgradito.
Negli anni settanta l’esclamazione di questa parola in un programma radiofonico da parte di Cesare Zavattini, scrittore e sceneggiatore tra i più rilevanti del neorealismo italiano, Provocò invero una certa sensazione. In quella epoca alla RAI la lista delle parole vietate comprendeva anche il “piede”.
Accezioni ed espressioni negative (persone)
faccia di cazzo – testa di cazzo- cazzone- rompicazzo
Accezioni ed espressioni negative (situazioni)
eccheccazzo – incazzarsi- cazziare- scazzarsi- col cazzo -sticazzi
Accezioni ed espressioni positive
cazzeggiare – cazzuto –
Nelle espressioni neutre
cazzo – alla faccia del cazzo – cazzo dici –

Già lo scrittore Italo Calvino aveva lodato la sua “impareggiabile espressività” rispetto a qualunque altra lingua perché esprime una varietà di significati tale da renderlo un vero jolly linguistico.
Analizziamo la pronuncia /’KATTSO/ secondo l’IPA (International Phonetic Alphabet):
La “C” seguita dalla vocale “A”, in italiano, diventa una consonante dura simile alla “K”.
Se provi a pronunciarla da sola, puoi sentire una esplosione di aria tra la gola e la faringe.
Se aggiungi la “A” nella fonazione, puoi ricevere già una certa soddisfazione nel tirare fuori il suono. Andando avanti nel comporre la parola troviamo “ZZ”, che richiede un leggero avvicinamento dei denti mentre la lingua collabora all’ostruzione del suono avvicinandosi all’arcata superiore.
La grande soddisfazione fisica arriva proprio dall’aumento della spinta di aria, che si intensifica proprio per disostruire il passaggio, e terminare con la “O”, il suono vocalico meno faticoso da emettere.
Il significato che deriva dalla pronuncia di questa parola sta proprio nell’esplosione che a mio avviso, può essere considerata un tentativo di abbassare l’arousal dovuto a una emozione potente.
Altro è la volgarità del significato dovuto al come gestiamo il suono e la noiosità di quando diventa un intercalare automatico e assolutamente insignificante, tipo “cioè”.
Questo uso, tuttavia, viene considerato piuttosto volgare e disdicevole (non a caso nel doppiaggio in italiano dei film in lingua inglese sostituisce spesso l’esclamazione “fuck!”, (letteralmente fòttiti ), che ha più o meno gli stessi connotati del termine italiano, solo un po’ meno colorati, assecondando lo stile più “politically correct” degli anglosassoni.

(tratto da The next generation – I musicisti del futuro)

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