Il cantante è un musicista che si esprime con la voce

Valerio-e-Loredana

La prima regola dell’allenamento tecnico del cantante contemporaneo non può che essere basato sulla consapevolezza del corpo in quanto matrice della voce, per rendendolo un atleta vero e proprio, allenato alla propriocezione, all’ascolto di sé e degli altri.
La voce cantata diventa la naturale estensione del parlato e c’è poco interesse per abbellimenti ben codificati perché il suono della parola racconta una storia che può essere sussurrata o addirittura bisbigliata, grazie al microfono che la rende udibile. L’utilizzo del microfono non è dovuto alla mancanza di una voce potente, e un cambio di tonalità non è imposto dalla propria estensione vocale, bensì dalla scelta di un ambiente sonoro coerente con la personale interpretazione musicale.

Le caratteristiche principali sono la naturalezza e la spontaneità del gesto vocale e non vanno confuse con un canto ignorante.

  • La ripetibilità del gesto e l’endurance nella perfomance ad alto fattore emotivo sono qualità generalmente sottovalutate.
  • La tecnologia è intimamente collegata alla musica moderna ed è il mezzo che la supporta, la realizza e la sublima già dai primi passi, regalandoci la possibilità di registrare e di amplificare gli strumenti.

ilmusicistaGià dal setting di allenamento va utilizzata la strumentazione con cui si affronterà la performance.

Le capacità necessarie si sviluppano solo se debitamente sollecitate.
Il panorama didattico ha generalmente offerto un vocabolario confusivo e soprattutto non mirato allo scopo di fare musica con la voce. L’affermarsi sempre crescente di metodi nell’educazione a questo tipo di linguaggio, la tendenza a definire cosa e come si deve cantare, ha generato un certo timore di esprimersi liberamente. Le metodologie didattiche pensate e applicate lontane dalla musica e sono di fatto assolutamente inefficaci nel gesto performativo perché la voce, privata dell’immaginazione sonora, in questo stile, non potrà essere una vera espressione emotiva personale.
Avere una buona tecnica ci da possibilità di avere un vocabolario sonoro ricco di suoni e di colori per
dare voce alla propria immaginazione. I metodi offrono la possibilità di risolvere un problema tecnico-strumentale ma è spesso la visione di unicità offerta dai maestri a renderli inefficaci.

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Le tecniche vocali basate unicamente sul controllo muscolare diretto, sono un’illusione generata da una serie di equivoci.
Lo studio della tecnica strumentale ha l’obbligo di rendere facile ciò che è complesso.
Il fine è quello di fare musica con la voce.

Se nella musica classica l’orchestra e i musicisti suonano per il cantante, nella musica moderna, di contro, tutti suonano insieme in un dialogo collettivo che, per questo motivo, si definisce Interplay.
Il training più complesso è quello mirato a sviluppare una  mente musicale in cui le capacità tecniche sono il mezzo con cui esplicitare la propria immaginazione nel dialogo con gli altri strumentisti.

L’educazione alla Musica Moderna deve tener conto delle sue caratteristiche costitutive che per un musicista si esprimono coerentemente all’ordine di priorità corpo-movimento-percezione-ritmo, comprendere-visualizzare, immaginare-essere in relazione.
Ciò significa che le differenti sessioni di allenamento, qualsiasi sia l’area specifica e lo strumento di riferimento, devono essere affrontate tenendo presente queste priorità.

Il linguaggio differente e il training specifico

Gli stimoli posti dall’allenamento sono la causa dei risultati, di conseguenza, maggiori saranno le conoscenze, migliori saranno le prestazioni. Occorre dare a questo termine un preciso significato allo scopo di chiarirne le diversità con l’addestramento: l’allenamento è un complesso di pratiche mirate a mantenere la capacità individuale tramite la componente addestrativa.

copertinailmusicista

Un “buon training” consente un “buon rendimento” ed è un processo che si concretizza nell’organizzazione di esercizi fisici ripetuti in qualità, quantità, ed intensità.
Da un punto di vista procedurale, l’innovazione sta nel lavorare più tempo lontano dal proprio strumento. Nel caso della voce può sembrare un vero paradosso ma il fine è proprio quello di evitare l’allenamento ipertrofico solo di alcune abilità, quello dovuto alle ripetizioni tipiche dell’allenamento tecnico, a danno di altre. Nel caso degli altri strumentisti la appare più chiaro perché utilizzano un mezzo esterno, ben visibile e fuori di sé. Si pensi al lavoro sul pianoforte, il sassofono, la batteria ecc.: per riaccendere l’immaginazione e aumentare la coscienza del gesto, a loro sarà necessario cantare. Nel caso dello strumento-voce è necessario un lavoro integrato che contempla l’attivazione di più capacità contemporaneamente: nessun allenamento può essere incominciato se non nella piena consapevolezza del gesto e mai lontano dalla musica.
Lo sviluppo delle capacità tecniche prevede che si esca dalla propria zona di confort per poter indurre nuovi movimenti, aumentando le capacità di coordinamento del sistema-voce.
Per un cantante questa è un’attività più complessa che rende difficile poterla attuare in completa autonomia. In questo caso l’immaginazione ha sede nel corpo che è lo strumento della propria voce
interna, quella generata dalla propria mente, incarnata quindi, nello stesso strumento che la renderà esplicita.

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